La scuola italiana ancora nel mirino delle istituzioni europee: un’epopea infinita.
«Dopo sei anni dalla sentenza Mascolo della Corte di giustizia, la situazione del precariato scolastico italiano è di nuovo sotto esame delle istituzioni europee, e non solo sulla scuola.
A nulla è servita la legge 107/2015 sulla buona scuola approvata dopo la sentenza Mascolo del 24 novembre 2014 che aveva censurato la normativa scolastica, per l’abuso dei contratti a termine.
La Commissione europea apre una nuova procedura di infrazione (dopo la costituzione in mora del luglio 2019: INF 19-4251_IT: che riguardava, oltre alla scuola, tutto il pubblico impiego) per la violazione della Direttiva 1999/70.
Nel frattempo, sul fronte della scuola, il Comitato europeo dei diritti sociali di Lussemburgo, nel parere reso nella procedura 146/207, adottato il 7 luglio 2020 e reso pubblico il 19 gennaio 2021, si è così pronunciato: “all’unanimità, che vi è violazione dell’articolo 1§2 della Carta nei confronti del personale della pubblica istruzione non iscritto negli elenchi ERE e assunto con contratti successivi con interruzioni per una durata complessiva superiore a 36 mesi” in assenza di tutele nei confronti dei precari della scuola non inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.»